Orizzonti di giustizia sociale, a Formia la 24a giornata della memoria e dell’impegno

Uno splendido sole di primavera unito ai quasi 6mila ragazzi provenienti da tutto il Lazio hanno dato vita giovedì scorso a Formia alla 24° Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Bandiere, colori, zaini, striscioni, musica, riflessioni e poi il momento culmine, la lettura dei nomi delle 1011 vittime delle mafie dal 1893 a oggi. Il tutto in contemporanea con Padova, piazza principale della manifestazione organizzata in tutte le regioni italiane da “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” fondata da don Luigi Ciotti.
Dall’area di Caposele a Vindicio i ragazzi hanno marciato per via Vitruvio attraversando la città di Formia fino all’area del mercato, dove sono stati accolti dalla musica e dalle parole di don Francesco Fiorillo, referente di Libera del Sud Pontino: “Voi giovani siete il presente”. Una piazza che è stata letteralmente invasa da giovani delle scuole di ogni ordine e grado. Alle 11 è iniziata la lettura, lenta e decisa, dei nomi delle vittime delle mafie. Primo a leggere è stato il vescovo di Gaeta Luigi Vari, dopo il quale si sono alternati giovani, adulti, docenti, lavoratori, sacerdoti, italiani, stranieri.
Tante voci per un unico obiettivo: ricordare i nomi degli innocenti per farli rivivere non solo nella memoria, ma anche nel cuore, nelle mani e nei passi dei cittadini di oggi. Tante le voci raccolte dalla piazza durante la diretta di Radio Civita InBlu, ai cui microfoni sono passati il vescovo Vari, don Carlo Lembo, Marta De Filippis, Ilaria Meli, don Alfredo Micalusi, Ugo Tomassi, Paolina Valeriano, Maria Giovanna Ruggieri, gli studenti del sud pontino. Tante le reazioni ‘a caldo’ dei partecipanti come quella di Emanuele, 16 anni, studente del liceo scientifico “Talete” di Roma: “Credo che nel 2019 la mafia dovrebbe essere qualcosa di già superato, una discussione che non dovrebbe più essere affrontata” e se ancora se ne parla è perché ancora esiste, “per questo c’è ancora bisogno di parlarne”. Per Francesca, 16 anni del liceo “Peano” di Roma sud, quella di Libera è “la strada giusta”. Vito, 16 anni del liceo “Peano” di Roma sud: “È bello essere uniti per combattere un problema così grave. Anche se non vivo direttamente le mafie, è un problema che sento. È sempre bello manifestare e sperare un giorno di poter cambiare le cose”.
Alessia, 20 anni di Formia, impegnata nel servizio d’ordine della Protezione Civile, ha sottolineato la necessità di “più coinvolgimento nelle scuole” per lottare contro la mafia, sperando nelle nuove generazioni. Per Luca, 17 anni di Fondi, è stata una manifestazione necessaria perché “non si può andare avanti così”, bisogna opporsi alle mafie. Tanti i docenti accompagnatori come Michele, docente di storia e geografia all’istituto comprensivo Dante Alighieri di Formia: “È sempre importante manifestare la nostra opposizione e contrarietà alle mafie. I ragazzi hanno risposto in modo molto positivo ai vari temi. Il fatto che siamo qui è un segno di speranza per il nostro futuro. I ragazzi vogliono affrontare l’attualità e farsi sentire”.
Nel pomeriggio si sono svolti quattro seminari sui temi della droga, azzardo, caporalato e criminalità ambientale con esponenti di Libera, forze dell’ordine, comunicatori, giornalisti e scrittori, associazioni e realtà sociali impegnate. In prima linea la Caritas della diocesi di Gaeta che ha curato il seminario ‘L’azzardo non è un gioco’ che ha avuto come relatore il giornalista Carlo Cefaloni. Un tema ‘caldo’ per la Caritas diocesana che ha creato un apposito tavolo di lavoro per il contrasto al fenomeno delle dipendenze da gioco patologico. Infine, presso il liceo classico Pollione, c’è stata la proiezione del film “Lea” di Marco Tullio Giordana sulla testimone di giustizia Lea Garofalo. Di lei la figlia Denise, ha detto: “La mia cara mamma, ha avuto il coraggio di ribellarsi alla cultura della mafia, la forza di non piegarsi alla rassegnazione e all’indifferenza”.

 

Maurizio Di Rienzo

Miriam Jarrett

(articolo pubblicato su Avvenire Lazio 7 il 24 marzo 2019)[/vc_column_text]

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