Concluso il progetto “Just in time”

Just in Time”, Appena in Tempo, è il nome del progetto che la Caritas Diocesana ha potuto realizzare e portare a termine in questi giorni anche grazie al finanziamento della Regione Lazio.

“Appena in tempo” perché coloro che vivono situazioni di povertà estrema e di marginalità sociale potessero recuperare il senso di dignità umana che gli eventi di vita gli hanno per tanto tempo negato, relegandoli a spettatori o, nella migliore delle ipotesi, a comparse della loro stessa storia personale. Quando si interviene in questi contesti, si diceva durante la stesura del progetto, è quasi sempre appena in tempo: un attimo prima della ricaduta, della disperazione, della resa. Con la consapevolezza di operare su questa sottile linea di confine tra il tutto e il niente, tra il bianco e il nero, si è deciso allora di investire risorse fisiche, mentali e finanziarie per valorizzare quei servizi già presenti sul territorio dedicati ai bisogni fondamentali delle persone, con l’obiettivo di provare a ristabilire una condizione minima di benessere per poter puntare a un rilancio personale della vita di ognuno.

La struttura individuata è stata il Centro Servizi “Mons. Fiore” di Fondi, già operativa grazie a un coordinamento cittadino delle Caritas parrocchiali, collocata in un contesto territoriale e sociale con criticità già note. In particolare, attraverso lavori di riqualificazione strutturale (su tutti il rifacimento integrale dei locali a piano terra) e funzionale si è puntato a migliorare il servizio mensa così da poter ospitare un maggior numero di persone in ambienti più accoglienti e organizzati. Grazie al contributo fondamentale dei tanti volontari che si sono alternati nei turni di servizio è stato possibile stabilire un clima di accoglienza e di condivisione con gli ospiti del centro, che nel corso del tempo sono diventati via via più numerosi.

 

 Certo il cibo, essenziale alla sopravvivenza, ma anche relazione, possibilità di vivere l’esperienza per nulla scontata dell’essere visti, del sentirsi compresi e importanti per qualcuno. Ed è soprattutto dalle tante storie personali ascoltate in questi mesi di Just in Time che emerge il senso ultimo di questa iniziativa: storie di affetti traditi nell’abuso, di dipendenza, di diritti negati e di povertà estrema, storie di malattia mentale e di tunnel senza uscita. Lo spazio dell’incontro, tra operatori e utenti e tra utenti stessi, è diventato in molti casi luogo di cura reale delle ferite e valorizzazione delle risorse di ognuno. Un incontro che è stato per lo più informale, seduti a tavola davanti a un pasto caldo, in altri casi strutturato attraverso il Centro di Ascolto Diocesano attivato in seno al progetto presso la stessa struttura. Just in Time è stato poi da stimolo per l’attivazione di nuovi servizi presso il Centro “Mons. Fiore”: su tutti l’avvio nelle prossime settimane di una scuola d’italiano per stranieri.