Fine del primo ciclo del progetto CariTerre

La Caritas Diocesana di Gaeta conclude la prima fase del progetto di Agricoltura Sociale, tra i frutti raccolti gratitudine, dignità e speranza.

CariTerre è il seme Caritas gettato lì, in quella terra del Seminario diocesano il 21 febbraio 2019. Un progetto di Agricoltura Sociale realizzato dalla Caritas diocesana con il fine di allontanarsi dall’aiuto assistenzialistico attraverso percorsi personalizzati, dando spazio al mondo della sostenibilità sociale, economica ed ambientale. Dopo cinque mesi sono cresciuti diversi fiori. Sotto un tramonto lontano ma accogliente, nella tenera luce di quel pomeriggio di febbraio, le persone scelte dai centri di ascolto parrocchiali e dalla Caritas diocesana, si riunirono in un grande cerchio e piantarono semi di girasole. Quei girasoli, oggi sono cresciuti, e con loro la speranza.

“Lavorare con la terra riabilita l’uomo, ritornare alla terra ci permette d’accettare e accogliere sia limiti che risorse della nostra anima e trasformarle in compost per la terra e per la società – spiega Lucia Mattarocci, Educatrice Professionale di comunità ed esperta di Agricoltura Sinergica – con il progetto CariTerre è stato seminato amore, speranza, riconoscimento, gratitudine, forza, lacrime di speranza, soprattutto si è seminato la speranza che si può ricominciare, sempre”.

“Stiamo chiudendo il primo ciclo, nel quale abbiamo realizzato un percorso di formazione e sostegno psico sociale con un gruppo di giovani-adulti inviati dalle Caritas parrocchiali – racconta Milena Marrocco, Educatore Professionale e Coordinatore di Servizi – dal Bilancio delle proprie Competenze alla stesura del Curriculum Vitae e alla gestione del Colloquio di lavoro, dall’Informativa all’Agricoltura sinergica: questi i contenuti della formazione. In parallelo abbiamo attivato un percorso esperienziale di art counseling e colloqui individuali di sostegno psicologico, spazi protetti dove raccontare e rileggere la propria storia e i propri vissuti, rivedere le proprie risorse e magari gettare le basi per una rinnovata progettualità personale. Tra tutti, una giovane ha avuto l’occasione di svolgere un Tirocinio formativo e curare con Lucia un piccolo orto sinergico al Seminario minore di Gaeta, dal quale ben presto coglieremo ortaggi freschi e saporiti”.

Verso la fine di questo ancestrale percorso, gli obiettivi raggiunti nella prima fase del progetto sono diversi. “Ogni partecipante si ritrova un’auto analisi sui propri punti di forza dai quali ripartire per una progettualità lavorativa e personale – continua Milena – allo stesso tempo si è attivata intorno ad ogni destinatario una rete di sostegno forte sul territorio diocesano. Valutare l’impatto che ha un progetto sociale o educativo sulle persone coinvolte non è mai semplice. Gli obiettivi migliori che si raggiungono hanno a che fare con elementi personali di crescita che si giocano nel silenzio del privato delle storie personali e che hanno bisogno di un tempo lungo per essere rilevate. Ora stiamo chiudendo il primo percorso cercando di restituire ad ogni destinatario un feedback che gli sarà utile per una nuova personale progettualità. Subito dopo riprenderanno le attività, ripartendo dalle Caritas parrocchiali, condividendo pratiche di discernimento per individuare i nuovi destinatari per il secondo ciclo. E da lì di nuovo con colloqui individuali, sottoscrizione di un patto formativo solidale, formazione, stage di gruppo, avvio di 3 tirocini e sostegno psicologico individuale e di gruppo. E tanti frutti buoni da condividere”.

Ripartire dal basso, ritornare alla terra, per rinascere al mondo. Questo l’obiettivo più importante di CariTerre: riscoprire sé stessi, seminando speranza per veder rifiorire la propria dignità, l’amore verso se stessi, verso gli altri e verso il Creato.

“Con CariTerre si sta coltivando, in sinergia con le Caritas parrocchiali, semi di vita buona –conclude Milena – si sta offrendo un po’ di acqua e di ‘concime’ umano a chi è nella fragilità. Si sono messe insieme ‘piante’ diverse tra loro, come in ogni orto sinergico, e ce ne stiamo prendendo cura con delicatezza, sicuri che ognuna di esse, radicata nella terra con le foglie verso il cielo, abbia in sé tutte le risorse per tirare fuori frutti di vita buona. Noi ci crediamo davvero”.

Il video che accompagna questa intervista vuole essere la testimonianza della fruttuosa collaborazione fra la Caritas Italiana che ha creduto e finanziato il progetto, la Caritas Diocesana che lo sta curando e le Caritas Parrocchiali che, con i loro tanti animatori dei centri di ascolto, orientano al progetto e accompagnano le persone sia durante il percorso che in uscita.

L’Equipe diocesana invita tutte le Caritas Parrocchiali ad individuare entro il 02 settembre 2019 le persone che si ritiene possano aderire al progetto. Per le modalità di adesione consultare la sezione del sito della Caritas diocesana www.caritasgaeta.it/progetti/cariterre/.

Equipe Caritas diocesana