Lettera a parroci e ai referenti Caritas
Ai parroci
Ai referenti delle Caritas parrocchiali
In considerazione dell’evoluzione degli eventi relativi all’Emergenza Epidemiologica COVID-19, è importante che anche il nostro modo di fare Caritas sia rivisto perché possa rispondere in modo adeguato alle esigenze delle persone in difficoltà, sia quelle che già lo erano, sia quelle che purtroppo verranno a trovarsi nel bisogno.
Ci sembra di dover evidenziare due rischi ai quali, come Caritas, rischiamo di incorrere: la sostituzione o la sovrapposizione agli Enti Pubblici.
- Che non accada che i Servizi Sociali rimandino ai Parroci e alle Caritas il pagamento di utenze e canoni di locazione mentre essi si limitano ai buoni spesa per generi alimentari, medicinali e prodotti per l’igiene personale, sarebbe un sostituirsi alle responsabilità di chi ci governa.
- Che non accada nemmeno di sovrapporci con i vari enti nella raccolta alimentare (spesa sospesa, raccolte solidali) per poi fare distribuzione in modo non coordinato: alcuni, i più furbi, riceverebbero da più parti; altri, più sprovveduti o non abituati a chiedere, non riceverebbero il necessario.
Sappiamo bene che ingenti risorse sono state stanziate dal Governo per i beni di prima necessità e farmaci e che la distribuzione avviene sotto la direzione dei singoli Comuni con le modalità da essi scelte. Occorre perciò ridefinire il nostro modo di servire chi è nel bisogno.
a- Occorre prendere visione delle delibere dei singoli Comuni (possono esserci delle differenze tra Comune e Comune), per conoscere quali sono i criteri di assegnazione perché le persone possano accedervi. Il nostro compito sarà quello di orientare gli utenti Caritas che rientrano nei requisiti di assegnazione in modo che vengano presi in carico dalle istituzioni.
b- Ci sono persone che si trovano in uno stato di grave necessità e che non rientrano nei criteri stabiliti dai Comuni e altre che appartengono alla fascia degli “invisibili al sistema” ma che ben conosciamo nelle nostre realtà. In questi casi, coerentemente con i principi ispiratori della Caritas che mettono al centro la persona e non le regole, le Caritas sono esortate a prendersene cura, sia con gli aiuti alimentari di cui si dispone, sia con gli strumenti di Sostegno al reddito e Sostegno all’infanzia che da sempre la Caritas Diocesana ha messo in campo. Come sapete, con queste modalità di intervento, la Caritas parrocchiale o direttamente il Parroco, anticipa il sostegno e richiede il rimborso totale o parziale, alla Caritas Diocesana (si ricorda che la modulistica è disponibile sul sito caritasgaeta.it) la quale provvederà a bonificare l’importo sul conto della parrocchia.
c- Gli animatori dei Centri di Ascolto parrocchiali tengano i contatti con le persone che conoscono già e continuino ad accompagnarle “a distanza”. Se ci fosse bisogno di intervento, contattino la Caritas Diocesana per concordare la maniera di raggiungerle con il sostegno degli operatori diocesani.
d- L’invito per tutti è quello di vivere e promuovere quelle forme di carità della “porta accanto”: un’attenzione particolare a quanti vivono in solitudine, soprattutto gli anziani, e che in questo contesto possono sentirsi ancora più emarginati.
e- Altro compito importante delle Caritas è quello di collaborare con le Istituzioni ma anche di sollecitarle a farsi carico delle nuove situazioni di bisogno non ancora raggiunte da adeguate misure di sostegno.
Per quanto riguarda i sussidi per le utenze di cui al punto “b” facciamo pressione perché sia fatto valere il principio secondo cui l’acqua è un bene di prima necessità e poiché il servizio idrico è per il 51% a partecipazione pubblica, è responsabilità dei Sindaci fare in modo che tale servizio non sia interrotto a chi verrà a trovarsi nell’impossibilità di pagare. Si orienti pertanto lo strumento di Sostegno al reddito ad altre urgenze.
Si ricorda infine, i servizi attivati dalla Caritas Diocesana: SOS Caritas e Ascolto telefonico. Potete visionarli cliccando sui seguenti link:
Gaeta, 7 Aprile 2020
il direttore
don Alfredo Micalusi
e l’Equipe diocesana